Sanno bene questi trafficanti in abito francescano che il Padre esige il piu' rigoroso rispetto per questo danaro, che Egli vuole rigidamente assegnato ai fini voluti dagli offerenti, all'acquisto delle attrezzature ospedaliere, alla celebrazione di Messe di suffragio. E non potendo essi scardinare la ferrea resistenza degli amministratori dell' Opera, esecutori della volonta' del Padre, la cui opposizione e' basata su principi di onesta' e giustizia, riservano la loro avversione ed il loro odio al Santo Uomo.
Ma essi, nonstante le pressanti richieste, con cui sconvolgono e turbano l' attivita' apostolica del Padre, non riescono ad ottenere quanto desiderano.
Pero' quando, non molto tempo dopo, a seguito del clamoroso fallimento economico del " finanziere di Dio " questi signori si sentono mancare il terreno sotto i piedi, anzi si ritrovano in un baratro di disperazione, non solo per le ingenti somme perdute, ma per aver trascinato nella finale rovina tanta povera gente che, ignara del retroscena e fidente nella rispettabilita' dei frati, avevano affidato ad essi i loro risparmi, si gettano nuovamente sull' Opera.
Non piu', pero', per investitre, come prima, ma per ottenere i contanti occorrenti a tamponare le spaventose falle provocate dal terribile crollo economico del finanziere.
Qui si potrebbe non dire altro su questa poco appariscente ma molto accentuata persecuzione generata dall' ingordigia di danaro. Essa si e' ripercossa dolorosamente sul Padre, che si e' visto assillato da richieste che Gli hanno dilaniato il cuore, Gli hanno inflitto vessazioni continue e L' hanno sottoposto ad aspre e tormentose prove.
 


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