Sesta Persecuzione
Il 9 Settembre 1963 giunge a San Giovanni Rotondo, come amministratore Apostolico,
cioe' nominato dalla Santa Sede, padre Clemente da Santa Maria in Punta.
Da questa data fino al 1968 ( trapasso di Padre Pio ) si compie l' ultima
persecuzione.
L' abile diplomatico, padre Clemente, non e' soltanto un superiore che si
avvicenda nella carica di governo della Provincia monastica, ma viene come
amministratore apostolico, qualifica che gli conferisce il ruolo di Rettore
straordinario della diocesi, con attribuzioni pari a quelle di un vescovo
e, quindi, anche superiori a quelle del padre generale.
Sotto di lui, il cui governo ( 1963-1970 ) si stende anche al di la' del
trapasso del Padre, la persecuzione assume una caratteristica tutta speciale,
perche' si concreta tutta nell' imporre al suddito la piu' rigorosa osservanza
del voto di obbedienza, nel piu' assoluto silenzio, nella totale sottomissione.
Questa persecuzione, a differenza delle altre, si incentra tutta e soltanto
sul Padre.
Come gia' detto, egli assume anche gli incarichi di provinciale e di guardiano
del convento, percio' esonera subito l' attuale guardiano ( padre Rosario
da Aliminusa- Settembre 1960, Gennaio 1964 ), sostituendolo con un suo delegato
( padre Carmelo da San Giovanni in Galdo, Gennaio 1964- Maggio 1965 ), che,
a sua volta, verra' sostituito da padre Giacinto da Sant'Elia a Pianisi
( Maggio 1965 ).
IL potente amministratore viene con il mandato specifico di far mutare a
Padre Pio le disposizioni testamentarie del 4 Ottobre 1960 ( che amici del
Padre avevano formulato ), mutamento che dovrebbe consistere nel costituire
la Santa sede erede universale dei beni mobili ed immobili di Casa Sollievo
della Sofferenza; e di far rilasciare al Padre una dichiarazione attestante
che lo scandalo dei registratori sacrileghi e' soltanto una montatura della
stampa, che Egli non e' stato mai perseguitato, che non ha mai subito vessazioni
morali e che non e' stato mai privato della liberta'.