Il provinciale afferma che "le stimmate di Padre Pio tra
un mese sarebbero scomparse".
Padre Rosario da Aliminusa, guardiano succeduto a padre Emilio (che dopo
un anno si dimette), appena insediato nella carica come primo atto da' fuoco
ai documenti riguardanti Padre Pio esistenti in convento e dice ad un dottore
del paese che prende le difese del Padre "Lei sara' l'ultimo a credere in
Padre Pio".
Mons. Girolamo Bortignon, vescovo cappuccino di Padova e' felice di unirsi
ai ribelli e dare ad essi man forte, vieta nella sua diocesi i Gruppi di
Preghiera, punisce severamente due onesti e zelanti sacerdoti della sua
diocesi perche' si recano a visitare Padre Pio e definisce San Giovanni
Rotondo "centro di fanatismo".
Ad un devoto che ha in mano un'escara caduta dalla mano del Padre, il guardiano
dice: "Che cos'e' questo schifo?"
Mentre un altro frate della banda, vedendo un uomo che mostra una pezzuola
del Padre, gliela strappa di mano e gliela fa a pezzetti con una forbicina.
Il terreno per un nuovo attacco al Padre si sta consolidando.
Il santo frate e' estremamente debole e sofferente; non ha piu' la forza
di sosstenersi da solo, traballa pur cercando di proseguire come puo' il
Suo ininterrotto ministrero.
Spesso e' visto piangere.
I Suoi amici sono tenuti lontani.
Ha continuamente sbandamenti e vertigini, ma e' vietato a chiunque di dargli
sostegno e conforto.
Per il compimento del piano criminoso, di cui sopra si e' fatto cenno che
e' in corso di attuazione, il gruppo dei facinorosi e' composto da un parroco
della provincia di Roma ( precedentemente devoto al Padre ed ora Suo acerrimo
nemico, che, nella sua bramosia vorrebbe sostituirsi agli attuali onestissimi
dirigenti di Casa Sollievo ) e di un ristretto gruppetto di padri cappuccini
fortemente collegati tra loro per l'esecuzione di questo scellerato disegno.
Il disegno prevede l'espropriazione della Casa Sollievo, la sostituzione
della sua dirigenza, preparare il passaggio di proprieta', la distruzione
e l'annientamento per sempre della splendida figura del Padre.
Questi potenti coalizzati sono pochi (circa dieci), ma fortemente legati
ed appoggiati da due autorita' vaticane e sostenuti dalla mania ossessiva
di alcune donne gelose, nemiche di altre di cui si gia' parlato,che esse
ritengono favorite dalla predilezione del Padre.
Non solo, ma collabora con loro una ristrettissima cerchia di altre donne
incaricate, a pagamento, di accusare il Padre di aver tenuto un contegno
immorale nei lorro riguardi.
Il compito ad esse affidato e' di recarsi in tutti i confessionali della
chiesa per dire ai frati confessori che Padre Pio ha tenuto un comportamento
moralmente scorretto verso di loro.
La calunnia infame verra' poi scoperta e smascherata, ma inizialmente reca
un danno gravissimo al Padre; essa fa parte del piano di distruzione di
quella splendida innocente creatura. I coalizzati, favoriti da un'altissima
autorita' cappuccina che ha consentito, nelle recenti elezioni, l'attribuzione
ad essi dei posti chiave della dirigenza della vita monastica della Provincia
di Foggia, si pongono subito in movimento per conseguire i fini che si sono
proposti.
Il loro governo dura soltanto per circa un quinquennio, ma la persecuzione
da essi iniziata e' delle piu' atroci.
Padre Pio e' tenuto sotto stretta vigilanza per impedire che Egli convogli
i soldi della carita' cverso Casa Sollievo della Sofferenza; e' sempre affiancato
nei Suoi spostamenti da un frate custode; viene contornato di apparecchi
registratori per controllare i suoi colloqui con amici.
Un registratore viene installato anche sotto il Suo letto.