QUINTA PERSECUZIONE
E', questa, una persecuzione molto ben curata e preparata, ed anche la piu'
velenosa.
E' diretta a privare Il Padre di tutti i beni della Sua Opera.
Essa va dal 1960 al 1964.
Anello di congiunzione tra queste persecuzione e la precedente sono proprio
i frati della persecuzione tutt'ora in corso, i quali, mentre stanno ancora
impiantando i registratori qua e la' in convento e stanno gia' stidiando
la questione del registratore sacrilego in confessionale, provano un momento
di grande sgomento, perche', inaspettatamente, un'incaricato del Sant' Uffizio
e' venuto ad ispezionare il convento.
L' incaricato e' mon. Mario Crovini mandato dal cardinale Alfredo Ottaviani,
segretario di S.V. molto vicino a Padre Pio.
Essi informano immediatamente la Curia Generalizia dei padri cappuccini,
dell'arrivo del visitatore.
La Curia, molto preoccupata per le possibili gravi conseguenze che potrebbero
derivare se il fatto dei microfoni venisse a conoscenza del Sant' Uffizio,
sente la necessita' sia per dissociarsi dal fatto delittuoso, sia per coprirsi
le spalle, di rivolgere una " Supplica " al Papa ( 30 Aprile 1960 )affinche'
invii a San Giovanni Rotondo un Visitatore Apostolico.
La richiesta viene accolta e la Suprema Congregazione affida la " Visita
" a mon. Carlo Maccari, capo di secondo ufficio del Vicariato di Roma, con
l' incarico di esaminare le molte questioni relative al convento, alla Clinica
ed al ripristino dell' ordine.
L' arrivo di Maccari segna la fine della persecuzione in corso, che prevedeva
la distruzione del grande mistico, l' espropriazione di Casa Sollievo e
l' impianto dei registratori sacrileghi.
Tuttavia, ( e' questo e' il destino dei grandi Santi ), egli, che dovrebbe
essere il restauratore di un poco di normalita' in convento, si fa paladino
di una nuova persecuzione, associandosi ai dirigenti cappuccini della fallita
persecuzione, i quali, nonostante tutto, rimangono in carica fino al termine
del mandato.
Maccari compie la sua visita in due mesi ( 30 Luglio- 2 Ottobre 1960 ),
ma invece di svolgere il suo compito con riservatezza e serieta', suscita,
con la sua superficialita', mancanza di oggettivita', faciloneria, opinioni
preconcette e soprattutto antipatia ed avversione per Padre Pio,una folata
di malcontento, di ribellione, di confusione e disorientamento tra le coscienze
senza contare il vespaio di scandali giornalistici ( che si succedono in
tre ondate dall' Ottobre 1960 all' Aprile 1961 ).
E' inutile stare a rivangare i suoi stupidi giudizi.
Qui se ne fa solo un breve cenno come " pro memoria ": ".....io parlo in
nome del Papa e quindi mi dovete ubbidire......in Padre Pio regna il demonio
dell' impurita' .....la Sua vita e' un sensualismo mistico....la confessione
con il Padre deve durare non piu' di tre minuti... la ressa all' apertura
della chiesa e' una manifestazione invereconda e di sollecitazione dei sensi...
e' dal 1918 che Padre Pio da' fastidio alla Chiesa...."
Insomma egli si serve di ogni pettegolezzo per gettare discredito, derisione,
accuse di simonia, di idolatria, di fanatismo, contro l' apostolato del
Padre.
Ma e' bene non dire altro dei suoi discorsi strambi ed irragionevoli. E
tacciamo anche delle coercizioni fisiche e morali inflitte al Padre dal
segretario di Maccari, mon. Barberini, che poi ha buttato alle ortiche la
veste talare.
I buoni padri cappuccini, amici di Padre Pio, sopportano con forzata rassegnazione
questo stato di violenze morali, ma spesso non possono contenere il risentimento
ed esplodono: " Guai se tutti i rappresentanti del Papa fossero cosi' !"
( Padre Raffaele da S. Elia a Pienisi, ex superiore di Padre Pio ).
Ed ancora: " Il visitatore arreca non poche amarezze e non poco turbamento
al Padre " ( Padre Ferdinando da Riese, estensore della " Vita " ufficiale
presentata alla Sacra Congregazione ).
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