E' accusato anche per lo scoglimento
di tutte le organizzazioni religiose, per appropriazione di offerte per le
Messe, per contabilita' fittizia, per sottrazione di fondi.
La popolazione lo ha in odio. Una delle rarissime volte che osa mettere
piede a San Giovanni Rotondo, viene assalito da donne che con un coltello
e forbici in mano vorrebbero castrarlo, ma rifugiatosi in una cantina, viene
salvato dai carabinieri.
Per questo motivo l' alto prelato
si fa paladino di un' assurda lotta contro il mitissimo frate e dice che
"deve farlo carcerare e sparire, qualificandolo demonio " ( lettera di padre
Luigi d' Avelllino 27.8.1923 )e osa persino minacciare il Sant' Uffizio,
scrivendo " o via Padre Pio dalla diocesi, o via il vescovo ".
La sacra Congregazione, sollecitata dalle incessanti accuse false e diffamatorie
di Gagliardi e ignara della realta' dei fatti( sebbene colpevole di non aver
svolto al riguardo dirette ed approfondite indagini ) fa pesare la sua mano
sullo stigmatizzato, basandosi unicamente sulle sue calunniose testimonianze.
Accanto a questo denigratore
che costringe le autorita' del Sant' Uffizio ad infierire contro Padre Pio,
si pone la potente mano di padre Agostino Gemelli, il quale forte della propria
autorita' e rivestito di superbia ed arroganza ed ostentato disprezzo per
chi non aderisce al suo discutibile giudizio, osa qualificare il buon cappuccino,come
gia' detto ' autolesionista, imbroglione, psicopatico'
Il 23 Luglio 1933 viene chiusa la porta d' ingresso in sacrestia allae
donne : e' la porta che si chiude sulla prima persecuzione di Padre Pio,
tenuta viva dal binomio Gagliardi, Gemelli.
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